DISCLAIMER: le opinioni espresse in questo articolo rappresentano la convinzione personale dell'autore e non sono in alcun modo dovute a rapporti commerciali di qualsivoglia tipo con Sabrent o altre marche di SSD, con la sola eccezione del singolo acquisto di cui si parla.
Con i dischi SSD è stato amore a prima vista: mi sono interessato di questa tecnologia fin dalla comparsa delle prime memorie a stato solido a prezzo vagamente accessibile, grossomodo intorno all'inizio degli anni '90: il primo SSD di cui ho memoria è il SanDisk da 20MB, commercializzato attorno al 1991 con un costo intorno ai 1000 dollari. Quelli furono gli anni in cui Samsung e Toshiba misero a punto la tecnologia NAND flash, che ancora oggi rappresenta lo standard in tutti i tipi di memoria flash: da quel momento in poi gli SSD cominciarono a diffondersi sempre di più e a costare sempre meno, fino al boom degli anni 2010-2012, in cui si imposero sulle unità a disco rigido (hard-disk drive o HDD) in tutti i principali ambiti grazie alle loro superiori caratteristiche di velocità e affidabilità.
Nel corso degli ultimi 10 anni ho avuto per le mani diverse decine di modelli di SSD, in gran parte per ragioni di lavoro ma anche per hobby e interesse personale: mi ritengo quindi in grado di poter fornire un feedback piuttosto valido in merito a quello che è stato uno dei miei ultimi acquisti prima del lockdown anti-COVID19, un Sabrent Rocket NVMe PCIe M.2 2280 SSD da 1 TeraByte, che ho utilizzato principalmente per video editing: prima di allora non avevo mai sperimentato i dischi SSD Sabrent, in quanto in azienda siamo soliti orientarci su Intel e Samsung per ovvie ragioni di affidabilità. Tuttavia, attirato dalle innumerevoli recensioni positive presenti su portali come Amazon nonché su diversi siti e riviste specializzate, ho deciso di provare questo nuovo brand che avevo già avuto modo di apprezzare per una serie di periferiche accessorie come questa custodia per disco rigido da 2.5", un interessante hub USB 3.0 a 4 porte con interruttori individuali e soprattutto il bellissimo Case Esterno USB 3.2 Tool-Free per SSD, un vero e proprio gioiellino.
Nello specifico la mia scelta è caduta sul Rocket NVMe PCIe M.2 2280, il modello che all'epoca (gennaio 2020) vantava il miglior rapporto qualità-prezzo, per lo meno stando alle innumerevoli recensioni che si trovavano e ancora si trovano in rete. Le caratteristiche di questo SSD non hanno nulla da invidiare ai cugini della concorrenza, in particolare alla serie di punta della linea consumer della Samsung (la 970, per intenderci): interfaccia M.2 PCIe Gen3 x 4, PCIe 3.1 & NVMe 1.3 Compliant, Power Management Support for APST / ASPM / L1.2, SMART & TRIM commands, Advanced Wear Leveling, Bad Block Management, e Over-Provision.
Durante i primi mesi di utilizzo l'SSD è stato assolutamente all'altezza delle aspettative, con benchmark del tutto analoghi a quelli che avevo visto su Guru3D.com (la bibbia degli SSD), che non a caso gli ha dato una valutazione estremamente positiva (5 stelle piene).
I problemi sono arrivati verso fine ottobre, ovvero dopo circa 8 mesi di onorato servizio: premetto che non ho svolto particolari attività di video-editing, anzi è del tutto probabile che i miei precedenti SSD (per tutto quel periodo ho avuti 3 sulla stessa macchina: il Sabrent da 1TB per video editing, un Samsung 970 pro da 500GB comprato diversi mesi prima con il sistema operativo, e un ancora più vecchio Samsung 870 da 2.5" per l'ambiente di sviluppo, le macchine virtuali VMware, immagini Docker e Vagrant Boxes. Se dovessi dirvi quale disco ha lavorato meno, non avrei alcun dubbio: il Sabrent avrà fatto meno di un terzo dei cicli di scrittura degli altri due.
Uno degli ultimi giorni di ottobre, mi pare fosse il 30, il disco ha preso a funzionare in modo decisamente strano: il sistema operativo ha smesso di riconoscerlo, rendendolo indisponibile fino al riavvio - a seguito del quale è tornato disponibile senza problemi. Ovviamente ho subito pensato al peggio, avendo già visto questo tipo di "sparizione" anche in passato su modelli che poi hanno cominciato a degradare molto rapidamente: ho quindi installato il Rocket Control Panel, la versione "made in Sabrent" del Samsung Magician. A onor del vero, un simile paragone non rende affatto onore al software di casa Samsung, sul quale l'azienda coreana ha continuato ad investire parecchio nel corso degli ultimi anni, superando un lungo periodo "interlocutorio" e riuscendo infine a farlo diventare qualcosa di realmente utile. Il Rocket Control Panel è ahimé ancora nella fase embrionale, con un set di funzionalità estremamente limitato e - soprattutto - una capacità predittiva estremamente fallace, almeno a giudicare dalla mia limitata esperienza: per farla breve, lo strumento non ha avuto nulla da eccepire sullo stato di salute del mio SSD, decretando che non c'era alcun problema, per lo meno a detta sua.
Sfortunatamente, questa "diagnosi" si è rivelata a dir poco errata: esattamente 7 giorni dopo, senza altri sintomi che potessero far immaginare un epilogo così tragico, l'SSD è letteralmente morto sul colpo: da 100 a 0, senza alcuna avvisaglia, segnalazione o malfunzionamento parziale che potesse in qualche modo avvertirmi che l'unità stava consumando i suoi ultimi istanti di vita. Ed è morto a PC acceso, quindi provocando un crash di Windows 10, evento che ormai da anni vedo piuttosto di rado e solo quando c'è un hardware fault di questo tipo.
Nello specifico, però, una capitolazione del genere da parte di un disco SSD non mi era ancora mai capitata: ho visto funzionamenti a singhiozzo, cali prestazionali anche clamorosi (con rallentamento dei cicli di lettura/scrittura a livello floppy disk), difficoltà dell'unità ad essere riconosciuta dal BIOS, problemi di surriscaldamento con conseguente stop da protezione termica... ma niente che impedisse in questo modo l'accesso alle partizioni e il recupero dei dati. Posso solo ringraziare il cielo che, fortunatamente, non avevo memorizzato dati o file rilevanti, perché in caso contrario avrei perso tutto senza alcuna possibilità di poter recuperare qualcosa.
Non che non ci abbia provato, beninteso: ho la fortuna di avere un piccolo laboratorio, sia a casa che in azienda, che mi ha consentito di spendere diverse ore in tentativi di rianimazione. Per farla breve, le ho provate tutte: tentativi di avvio su vari PC e motherboard, enclosure esterne con interfaccia USB 3.0 e 2.0, adattatori M.2... niente da fare. Riconoscimento impossibile da qualsiasi dispositivo, come se l'unità non fosse mai esistita.
Cosa fare in questi casi? Ovviamente, visto che il prodotto era stato acquistato a Gennaio 2020 e vanta ben 5 anni di garanzia, la strada più sensata mi è subito sembrata quella di chiedere un rimborso o una sostituzione del prodotto. Giusto?
Neanche per sogno: se pensate che questo passaggio sia facile o minimamente user-friendly, vuol dire che non avete mai visitato la sezione "Support" del sito Sabrent. Ora, poiché sviluppo portali web fin dal lontano 1993, credo di essermi fatto una certa cultura di siti fatti male... beh, non credo di esagerare se vi dico che quella sezione è una delle cose peggiori in cui io abbia mai avuto la sfortuna di imbattermi. Elenco in breve i numerosissimi problemi che di fatto impediscono di ricevere un supporto adeguato:
- Il processo di registrazione dei prodotti è estretamente macchinoso: non c'è alcuna guida, devi digitare tutto da solo (dal nome ESATTO del modello, al seriale, all'ordine Amazon se lo hai preso su Amazon, ai dati della fattura, etc.): una procedura talmente ferraginosa da far invidia a quelle previste dallo standard PCI-DSS per aver accesso a un mutuo online: manca giusto la 2-Factor Authentication!
- Il sito NON consente la creazione di una richiesta di supporto per i prodotti registrati: in altre parole, al momento di creare il fatidico "ticket" bisogna riscrivere da capo tutti i dati (nome modello, serial number, etc.) come se il prodotto non fosse stato registrato.
- Una volta creato il ticket non è modificabile/aggiornabile in alcun modo, se ti sei sbagliato a scrivere puoi anche morire: inoltre, nonostante ti chieda l'e-mail, non arriva alcun tipo di riscontro tramite e-mail.
- Quando l'operatore risponde al ticket non arriva nessuna notifica di eventuali risposte: devi ricollegarti ogni TOT ore al sito sperando che nel frattempo ti abbiano risposto (a me hanno risposto in circa 48 ore, ergo dopo circa 6 visite al sito).
Fino a qui niente di troppo grave, giusto? Il bello è arrivato quando finalmente l'operatore mi ha risposto.
Ecco il messaggio completo:
Hello Valerio,
Thank you for contacting Sabrent Support! I apologize for the inconvenience. I will be happy to assist you.
What is the model of the computer you are using?
Have you tried a different computer and get the same results?
Have you updated the Bios or firmware to the computer?
Is the OS installed on the drive?
Download this and see if the drive needs a firmware update
Niente male, eh? Trascurando le solite mitiche domande in stile "sei sicuro che il PC era acceso?", le cose più esilaranti di questo reply sono sostanzialmente due:
- Quel fantomatico "download this", che lascia intendere chissà quale mirabolante fix software, non punta assolutamente a niente: non c'è nulla di cliccabile, né il testo né altri elementi. Il che, intendiamoci, non cambia molto, visto che di certo un crash hardware clamoroso come quello sostenuto dal SSD non può essere risolto da un qualsivoglia software, visto che non c'è assolutamente modo di far vedere l'unità al sistema operativo: lo capirebbe anche un bambino, e probabilmente persino l'idiota con cui gli addetti al supporto Sabrent sono convinti di stare parlando.
- Last but not least, il capolavoro assoluto: non c'è modo di rispondere a quel reply. Non c'è un tasto RISPONDI, un'icona con la freccia ritorta che possa vagamente assomigliare a una funzionalità "reply", un link da cliccare nella speranza che succeda qualcosa... niente di niente. Poiché non ci volevo credere, ho ispezionato il codice HTML della pagina, nella speranza che magari fosse "semplicemente" un'incompatibilità cross-browser. Quindi, ancora incredulo, ho provato ad accedere con vari browser (Chrome, Firefox, Edge): niente da fare. Non è possibile rispondere al ticket di assistenza, l'unico modo per comunicare una "risposta" di qualsivoglia tipo è aprire un nuovo ticket, cosa che ho puntualmente fatto... E indovinate cosa bisogna fare quando si apre un nuovo ticket? Esatto: reinserire tutti i dati da capo! Meraviglioso, eh?
... E niente, per il momento è tutto: sono arrivato qui. Se ci saranno ulteriori sviluppi non mancherò di aggiornare questo articolo per documentare questa incredibile esperienza con la Sabrent, che al momento vince la palma d'oro come costruttore di SSD più sopravvalutato del 2020-2021.
Nel frattempo, visto che ci sono, mi accingo a ordinare un Samsung 970 Pro sostitutivo.
Alla prossima disavventura!
UPDATE: Dopo circa una settimana, sono stato finalmente contattato dal team di assistenza clienti Sabrent: devo dire che anche sotto questo aspetto il loro supporto non ha brillato, per usare un eufemismo: mi hanno chiesto di spedire il prodotto a mie spese (con spedizioni internazionali, perché non hanno una drop zone in Italia). Ovviamente ho rifiutato, visto che i costi di una spedizione internazionale andrebbero a impattare non poco sul valore totale dell'eventuale SSD sostitutivo che avrei ricevuto (specie considerando che si tratterebbe di un altro Sabrent). E questo è il "degno" epilogo della nostra triste storia.
È molto strano quello che dici perché a Sabrent vengono aperti pochi ticket e quei pochi che vengono aperti sono tutti risolti al primo colpo.
Tanto è vero che non ricevono mai ulteriori contestazioni dal cliente.
Piuttosto, dei sicuro di avere infilato lo spinotto USB nell’apposita presa???
Ho passato qualche minuto a cercare lo spinotto USB che dici, ma la mia macchina da cucire (mod. Salmoiraghi del 1877) sembra esserne sprovvista: come ho spiegato nell’articolo, l’SSD era attaccato alla cinghia del pedale. Dici che il problema era dovuto a quello?
Scusa Ryan ma se si è rotto dopo otto mesi dall’acquisto sei ancora sotto garanzia del venditore: Amazon (o altro posto in cui l’hai comprato) avrebbe dovuto sostituirtelo. O sbaglio?
Ciao Andrea,
Amazon dopo 30-60 giorni non ti fa più la sostituzione diretta, si limita a metterti in comunicazione con il venditore che adotta le sue policy di reso/restituzione/cambio: in pratica, apre la RMA al posto tuo.
Se leggi bene l’articolo noterai che ho aperto la RMA con Sabrent e la risposta è stata: spediscilo al nostro centro assistenza a tue spese (tramite spedizione internazionale) e, se riscontriamo il problema, lo ripariamo (o sostituiamo) e te lo rispediamo funzionante. A conti fatti, quindi, l’unico modo per farsi sostituire il SSD (in garanzia) è pagare 20+ EUR di spedizione internazionale: non proprio il massimo, se consideri che nuovo costa 100 EUR. E questo è un altro dei motivi per cui consiglio di evitare Sabrent e puntare su un rivenditore che abbia una politica di resi più accessibile, per lo meno dall’Italia.
Secondo me dovresti riuscire a far valere la garanzia di Amazon, che è quella del venditore di 2 anni; indipendentemente dall’assistenza Sabrent, Amazon dovrebbe accettare il rientro del tuo SSD ai suoi magazzini italiani e poi pensare a come gestire la situazione in tempi adeguati (rimborso/sostituzione/riparazione). Prova a scrivergli
Ciao, bell’articolo. Complimenti e grazie per aver condiviso la tua esperienza che mi potrebbe tornare sicuramente utile in futuro.
Ti confermo che, avendo aperto (ahimé) innumerevoli resi ad Amazon (compro si può dire centinaia di prodotti di ogni genere, per me e per altri), si può occupare direttamente anch’esso di gestire i resi entro due anni dall’acquisto con sostituzione o rimborso completo (a patto che i prodotti siano almeno spediti da Amazon, se sono anche venduti da loro fanno anche sostituzione diretta e non solo rimborso).
Articolo interessante. Io ho registrato sul sito 2 prodotti identici al tuo ed avendo dimenticato la password non riesco a venirne a capo. Infatti seguo la procedura di reset che prevede l’invio alla mia email di una password provvisoria senza esito atteso cge non arriva nulla. In sostsnza non riesco a vedere i miei prodotti registrati e non ho alcun riferimento del supporto cui scrivere.
Non ho mai comprato Sabrent anche se c’è chi ne parla bene…magari ti sarà capitata un’unità difettosa, può succedere. Io cmq l’avrei spedito all’assistenza anche pagando le spese di spedizioni, 20/25 euro tutto sommato sono 1/5 del suo valore, ad oggi ulteriormente aumentato …ricevuta la nuova unità mi sarei impegnato a rivenderla per recuperare almeno un 70/80 euro (sempre meglio di niente) per poi metterci la differenza e comprare un altro SSD.
Stessa situazione con un Rocket NVME 4.0 da 500GB.
Preso perchè rapporto performance/prezzo davvero ottimi ma dopo 3 mesi ha smesso di funzionare ( il BIOS lo vede ma le dimensioni sono 0.0GB).
Contattato Amazon (acquisto fatto su Amazon.it, spedito da Amazon ma venditore americano) e mi dice di rivolgermi al venditore, il quale mi dà subito i contatti del supporto tecnico che vi indico qui sotto:
tel: +1 (323) 266-0911
Lun-Ven 9:00-17:00 EST
e-mail: [email protected]
E’ bastato quindi inviare una semplice mail e mi hanno risposto in meno di 24h e devo ammettere che su questo sono stati molto bravi e veloci.
Peccato che dopo alcuni test, che avevo già fatto, mi hanno detto di spedirlo a mio carico in California ( circa 30€ ) per la sostituzione.
In pratica se si ha un problema con Sabrent bisogna pagare per avere assistenza in garanzia! Non è molto corretto!
Ciao. Confermo lo schifo: Sabrent Rocket NVMe 4.0 da 1TB, disco di boot, dopo poco più di un anno ha iniziato a dare problemi al boot. Tempo 12 ore ed è morto TOTALMENTE. Il sistema lo vede, dice che è un 180TB e, OVVIAMENTE, niente di recuperabile.