Oggi ho ricevuto l'ennesima telefonata da parte dei soliti imbroglioni che dicono di chiamare per conto di ENI e propongono cambi contrattuali e tariffe più vantaggiose: sarebbe bello se ENI, anziché prodursi in improbabili campagne di marketing sul rispetto dell'ambiente volte a occultare i comprovati abusi ambientali, prendesse qualche provvedimento serio contro questi truffatori che, pur di chiudere qualche contratto e incassare la relativa commissione, non si fanno scrupoli a infangare il nome della loro azienda.
Il problema è che se le cose restano come sono oggi non lo faranno mai, per un motivo estremamente semplice da comprendere per chiunque conosca i meccanismi alla base del marketing affiliativo su cui sono basate queste pseudo-truffe: ci guadagnano. Nella maggior parte dei casi queste telefonate arrivano da agenzie che, a seguito di un controllo, risultano essere addirittura registrate come rivenditori autorizzati.
Come è possibile aver concepito un sistema del genere, che consente a un rivenditore affiliato di raccontare ogni genere di storia al cliente pur di generare "lead" sui potenziali utenti?
La risposta a questa domanda è da ricercare nelle modalità pedestri con cui è stato implementato il cosiddetto "mercato libero dell'energia": libero, ahimé, soltanto per il fine economico delle imprese private, che viene spesso perseguito senza farsi scrupoli di sorta.
Ovviamente, come sempre quando si dà retta ai profeti del mercato e si "liberalizza" una fornitura, NULLA è stato fatto per garantire al consumatore uno straccio di tutela contro questi comportamenti. Mi chiedo quante persone fragili vengano turlupinate ogni anno per colpa di chi ha compiuto questa liberalizzazione del mercato dell'energia elettrica, legiferando talmente male da consentire la somministrazione di truffe del genere alla luce del sole.
Tariffe ridotte "per via del COVID19"
Una delle cose che ho trovato più aberranti in questa breve telefonata è il fatto che, nella foga di convincermi ad accettare il colloquio con il loro consulente, questi pseudo-truffatori hanno addirittura osato dire che l'opportunità di pagare meno era dovuta alla volontà di ENI (di cui loro sono fieri di essere "consulenti certificati") di fare degli sconti per via dei disagi legati alla situazione emergenziale connessa all'epidemia di COVID19 attualmente in corso: rendiamoci conto della miseria intellettuale e morale di queste persone, che non esitano a sfruttare persino la pandemia pur di portare avanti i loro sporchi affari.
Tutto ciò premesso, ritengo che il minimo che si possa pretendere è che ENI e le aziende similari, che alla fine della fiera ricevono da questi ignobili meccanismi di affiliate marketing la loro parte di guadagno, siano in qualche modo obbligate a rispondere di questo scempio. In tal senso, una ipotesi da valutare potrebbe essere quella di rivedere completamente le modalità di somministrazione e sottoscrizione dei contratti, impedendo ogni forma di marketing territoriale o vincolando questa pratica a una conferma obbligata e immediata da parte dell'advertiser.
In ogni caso ritengo che sia urgente fare qualcosa per regolamentare questa giungla liberista. Se pensiamo a tutti gli anziani e altri interlocutori "fragili" che ogni anno vengono turlupinati da questi pseudo-truffatori, dovrebbe ragionevolmente venirci il voltastomaco: quand'è che riusciremo a liberarci da questi ignobili soprusi?